" Le mie mani non tremano mai. Sono una chirurga , ma alle donne non è consentito operare. Men che meno a me: madre ma non moglie, sono di origine italiana e pago anche il prezzo dell'indecisione della mia terra natia in questa guerra che già miete vite su vite" Inghilterra 1914, Prima Guerra Mondiale. Ancora una volta Ilaria Tuti ci racconta la Grande Guerra e lo fa con gli occhi delle donne, quelle stesse che in quel periodo si trovavano in prima linea a salvare vite umane, donne impegnate nella difesa dei propri diritti, nel farsi strada in una professione che gli uomini non ritenevano adatta a loro nel nome delle loro rigide convenzioni sociali. Questa è la storia dimenticata delle prime donne chirurgo, una manciata di pioniere a cui era preclusa la pratica in sala operatoria e che decisero di aprire in Francia un ospedale di guerra completamente gestito da loro. Si occupano dei soldati feriti, curano i loro corpi e si prendono cura della loro anima. Cate
" C'è stato un tempo in cui i fusi e gli arcolai della valle producevano fili sottilissimi e preziosi, sotto l'abile guida di mani femminili. Canapa e lino dei nostri campi si trasformavano in trame morbide, che fiori e piante tingevano dei colori esuberanti della vita. Quel tempo se ne è andato ed io mi sento triste". Ricordare è nostro dovere e responsabilità ed è per questo che oggi vi racconto uno dei libri più belli che abbia mai letto...perché non venga dimenticata la storia delle Portatrici. " Lassù hanno bisogno di noi e noi rispondiamo alla chiamata. Alcune sono ancora bambine, altre già anziane, ma insieme, ogni mattina, corriamo ai magazzini militari a valle. Riempiamo le nostre gerle fino a farle traboccare di viveri, medicinali, munizioni, e ci avviamo lungo gli antichi sentieri della fienagione. Risaliamo per ore nella neve fino alle ginocchia, per raggiungere il fronte. I cecchini nemici ci tengono sotto tiro. Ma noi cantiamo e preghiamo mentre sal