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"Come vento cucito alla Terra" di Ilaria Tuti


"Le mie mani non tremano mai. Sono una chirurga , ma alle donne non è consentito operare. Men che meno a me: madre ma non moglie, sono di origine italiana e pago anche il prezzo dell'indecisione della mia terra natia in questa guerra che già miete vite su vite"

Inghilterra 1914, Prima Guerra Mondiale.

Ancora una volta Ilaria Tuti ci racconta la Grande Guerra e lo fa con gli occhi delle donne, quelle stesse che in quel periodo si trovavano in prima linea a salvare vite umane, donne impegnate nella difesa dei propri diritti, nel farsi strada in una professione che gli uomini non ritenevano adatta a loro nel nome delle loro rigide convenzioni sociali.

Questa è la storia dimenticata delle prime donne chirurgo, una manciata di pioniere a cui era preclusa la pratica in sala operatoria e che decisero di aprire in Francia un ospedale di guerra completamente gestito da loro. Si occupano dei soldati feriti, curano i loro corpi e si prendono cura della loro anima.

Cate Hill, madre di una bambina e senza marito, ginecologa e chirurga, vede nelle Women's Hospital Corps, la prima unità medica fondata da Flora Murray e Louisa Garret Anderson, l' unica possibilità per provvedere dignitosamente alla figlia. Una sera, infatti, Flora e Louisa le rivolgono un invito, quello di  partire con loro per aprire il primo ospedale da guerra interamente gestito da donne.

Cate svolge il suo lavoro con determinazione, passione e grande cura, salva vite, ricuce corpi, parla con i soldati feriti, si prende cura anche della loro anima perché sa "Riparare. Ricucire. Correggere il destino quando era possibile. Serviva vocazione, serviva l'ambizione folle di diventare ciò che a una donna veniva ripetuto di non poter essere.

La vita di Cate si lega a quella di un giovane tenente, Alexander, dell'esercito che si trova in piena battaglia e che rimane gravemente ferito. Alexander che si sente responsabile della vita dei suoi uomini che rimangono feriti proprio come lui, perché é profondo il legame che lega quegli uomini che hanno condiviso il campo di battaglia e la crudeltà di una guerra che non hanno deciso. Uomini di estrazioni sociali diverse che si spalleggiano, si proteggono, si sostengono.

Mondi che per la prima volta si incontrano e si scambiano: da una parte abbiamo le donne chirurgo che esercitano per la prima volta la professione per cui hanno studiato e che fino ad allora era stata loro preclusa perché appannaggio dei soli uomini, donne che portano un vento di cambiamento che si cuce a quella terra tutta al maschile, donne che operano nonostante la resistenza dei soldati a farsi curare, operare, accudire da donne; dall'altra ci sono gli uomini, feriti, mutilati da una guerra che li ha devastati nel corpo e nell'anima, uomini costretti a reinventarsi , ad abitare un corpo diverso che faticano ad accettare....e poi ci sono i ricamatori, perché l'anima dei soldati veniva curata con il ricamo...tutto si mescola e si confonde tra le orlature fatte di fili di cotone. 

Questo perché "ai soldati ricamatori, come avevano iniziato a chiamarli le donne di Endell Strett, era stata assegnata una stanza (...) erano state  predisposte sedute adeguate e un lungo tavolo di noce (...) cestini colmi di scampoli di tessuto, fili di cotone e seta e lana di ogni sfumatura immaginabile, aghi di diverse misure, modelli ricalcabili tra i quali scegliere, gessi e matite per tracciare i contorni della fantasia (...) C'era chi ricamava il proprio figlio in arrivo, chi per ricordare un compagno caduto, chi Dio, chi il paese di nascita, o la guerra. Alexander aveva scelto la speranza che camminava  col passo del cambiamento".





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