Amo leggere e intrecciare fili, penso che ci sia un legame speciale fra le due attività: ci sono parole che rimangono annodate tra i fili e fili che si fanno pensiero, poi parola e infine diventano libri e quando leggi quei libri, le parole tornano a farsi immagini e di nuovo fili.
Questo è quello che mi è capitato oggi!
C'è un libro che da sempre accompagna le mie attività e che è diventato un po' il filo conduttore della mia vita, il titolo è "La signora dei gomitoli" di Gisella Laterza.
Il libro ve l'ho già raccontato in un altro mio articolo, ma ve lo accenno di nuovo: é la storia di una signora che è sempre in viaggio su e giù per l'Italia e quando arriva in una nuova città, si siede in mezzo alla piazza, solleva la valigia, tira fuori i gomitoli, li srotola, intreccia i fili e inizia a raccontare.
Attorno a lei si radunano tante persone, soprattutto bambini e alla fine della giornata i gomitoli sono stati srotolati e le storie raccontate.
"La signora dei gomitoli" mi ha fatto pensare ad una grande artista che oggi voglio farvi conoscere.
Lei è Maria Angelica Medina, da ventidue anni realizza un pezzo di polipropilene sintetico che oggi misura 800 metri e pesa 100 chili. Dal 2000 non lavora mai a maglia in privato ma lo fa esclusivamente in pubblico, lo fa conversando con lo spettatore di turno che si siede su una sedia accanto alla sua. L'intero dialogo avviene su una base di legno che diventa lo spazio dell'arte e che serve a dare il limite all'opera..
Ciò che interessa a Medina è proprio il processo attraverso il quale entra in contatto con il pubblico. In questo modo il lavoro a maglia diventa concretamente linguaggio, comunicazione, scambio di idee, di sensazioni, di ricordi, e così, oltre ai fili si intrecciano storie e conversazioni e le persone vengono , allo stesso tempo, coinvolte nell'arte stessa.
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