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"La stanza della tessitrice" di Cristina Caboni


"Di lei si racconta che sapeva tessere i raggi del sole e della luna, che raccoglieva le conchiglie e le foglie degli alberi, che coglieva dai prati i fiori e dal cielo le stelle. Sapeva quello che la gente aveva nel cuore e lo ricamava sui vestiti e negli scrapolari che cuciva al loro interno."

Questa è la storia di vite che si intrecciano come fili, che diventano trama e tessuto di storie personali; è la storia di Camilla, di Marianne, Adele e Maribelle che un filo sottile unisce, annoda, racconta.

Camilla è una giovane donna che "amava i tessuti e negli abiti riusciva a proiettare la sua immaginazione. Vedeva ilo vestito nella sua mente e, come un pittore, ne definiva la struttura, il disegno, il colore. Quello era ciò che desiderava fare nella vita. Così al termine degli studi da stilista, era riuscita ad elaborare una tecnica che consentiva il riadattamento totale degli abiti (...)I vestiti che smontava e ricuciva erano speciali: era come se un filo unisse le esistenze di chi aveva creato il tessuto e di chi aveva disegnato e cucito il vestito, che sarebbe stato ancora una volta scelto e accomodato per una nuova vita, per un altro destino. Le bastava anche solo parlare di un abito e subito sapeva come modificarlo e trasformarlo: negli occhi delle clienti leggeva ciò che custodivano nel cuore. Erano desideri e sogni insieme. Coglieva le loro emozioni e ne ricavava  stoffe di luce e di gioia che applicava ai modelli".

Dopo una serie di liti, una casa di moda, un'eredità troppo pesante e la frattura con la famiglia di adozione, Camilla decide di abbandonare Milano e  rifugiarsi a Bellagio, "tutto, di quella cittadina, l'aveva incantata: lo sciabordio dell'acqua che scivolava sotto le imbarcazioni, il verde degli alberi sull'azzurro del lago, i fiori ovunque posasse il suo sguardo. E le fontane di pietra, le viuzze strette, i paioli nei quali in primavera  sarebbero sbocciati i gerani con il loro intenso profumo".

Qui, nella sartoria di Sandra, Camilla trova la sua dimensione, vuole ridare nuova vita agli abiti, riadattarli al corpo e al cuore di chi li indossa...Camilla lo sa, la moda è cuore e memoria.

Tutto quello che sa sui tessuti lo ha imparato stando accanto a Marianne, sua mamma adottiva, e studiando la vita di Maribelle, nota stilista di Parigi, che firmava i suoi abiti in un modo personalissimo, tra poesia e mitologia: Maribelle cuciva nei suoi vestiti uno scrapolario, un sacchetto di stoffa che custodiva semi e fiori, un bigliettino, una frase che era un augurio.

Presto però Camilla è costretta ad assentarsi da Bellagio e a far ritorno a Milano perché Marianne, la donna che l'ha cresciuta come una madre, ha bisogno di lei...le mostra un abito che nasconde un segreto: vicino alle cuciture interne c'è un piccolo sacchetto che custodisce una frase di augurio per una vita felice. E' l'unico indizio che Marianne possiede per ritrovare Adele la sorella scomparsa, lo aveva promesso a sua madre in punto di morte.

Camilla riconosce quella firma stilistica, ma le sfugge il legame tra Maribelle e la sorella che Marianne vuole ritrovare, a un'unica certezza: è disposta a fare tutto per scoprirlo....quello che ancora non sa è che la sua vita si intreccerà a quella di Maribelle, Adele e Marianne.

*
Di questo libro amerete ogni personaggio ma il vostro cuore si legherà a Maribelle, alla sua storia, ai suoi fili tessuti e ai segreti custoditi nei suoi scrapolari.

Buona lettura 



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