"Sono solo una ragazza. Qui ci sono freddo e paura. Ma io ho un sogno. E nessuno me lo può strappare"
"La sarta di Dachau" è il primo romanzo di Mary Chamberlain, una professoressa di storia a Oxford. E' l'estate del 2014, mentre Mary sfoglia un saggio sulla Seconda Guerra Mondiale, scopre il mistero del vestito da sposa di Eva Braun, l'amante di Hitler, disegnato e realizzato da una sarta sconosciuta. La sua fantasia inizia allora a viaggiare, immaginando una ragazza deportata in un campo di concentramento che ha il sogno di diventare stilista...da qui nasce la storia di Ada Vaughan.
Un romanzo che ho letto tutto d'un fiato che racconta la tragedia della Seconda Guerra Mondiale e dell' Olocausto da un punto di vista non convenzionale: la voce di Ada è la voce inascoltata dei sopravvissuti. Una storia di orrore e di speranza, di vite spezzate e della capacità di sopravvivere grazie ai propri sogni...la storia di una donna che non si arrende e continua a lottare anche quando tutto sembra perduto.
La storia è divisa in tre parti: Londra, Gennaio 1939; Londra, Luglio 1945; Londra, Novembre 1947.
Londra, 1939. Ada Vaughan non ha ancora diciotto anni, vive a Londra ed ha un grande talento innato per la moda. Il suo sogno è quello di diventare una sarta famosa, di aprire una casa di moda tutta sua, magari a Parigi, come Coco Chanel.
La famiglia di Ada è una famiglia semplice, umile, ma lei, a differenza di tutti gli altri, non vuole accontentarsi di una vita semplice, fatta di ristrettezze, non vuole lasciare il suo sogno chiuso in un cassetto e così inizia a lavorare presso una sartoria in Dover Street, nell'esclusivo quartiere londinese di Mayfair, qui il suo talento viene notato da Madame Duchamps, la sarta per cui Ada lavora come addetta al pubblico.
La vita sembra sorriderle quando un giorno incontra un giovane affascinante, Stanislaus, anche lui si rende subito conto del talento di Ada e della sua bellezza, la corteggia, la fa sentire importante è pronto a prendersi cura di lei. Le propone un viaggio a Parigi promettendole aiuto per realizzare il suo sogno e Ada decide di seguirlo senza dir nulla a nessuno, nemmeno alla sua famiglia.
A Parigi Stanislaus le fa toccare i confini del suo sogno: stoffe preziose, tagli raffinati, ricami dorati. Ma è il 1939, il momento peggiore per trovarsi in Francia: la guerra allunga la sua ombra senza pietà. Ada è intrappolata in Francia, non può più tornare in Inghilterra, lontana da casa senza soldi, senza un rifugio, con un'unica colpa, quella di trovarsi nel posto sbagliato.
Stanislaus la convince ancora una volta a fidarsi di lui e a seguirlo, vuole raggiungere il Belgio, ancora zona neutrale, Ada si fida nuovamente di lui, non sa che quell'uomo, che lei ama profondamente, ha solo bisogno del suo passaporto per passare inosservato. La ragazza si rende conto del suo errore solo quando una mattina non trova più Stanislaus accanto a sé, mentre i tedeschi stanno occupando anche il Belgio.
E' sola, intorno a lei l'orrore della guerra, non ha più nulla, non sa dove andare, fugge senza una meta. Disperata trova rifugio in un convento, qui, con l'aiuto delle altre religiose si finge suora, d'ora in poi sarà suor Clara. Ma tedeschi arrivano anche lì e Ada, insieme alle altre suore inglesi viene trasferita in una casa di cura per anziani a Monaco, qui, mentre sperimenta la fatica di lavare e pulire piaghe, scopre di aspettare un bambino, il figlio di Stanislaus.
Ada riesce a portare a termine la gravidanza e a partorire senza destare sospetti dei soldati, grazie alle sua amiche suore, ma è costretta a dar via il suo bambino: lo consegna nelle mani di un prete sperando che possa portarlo via e affidarlo ad un orfanotrofio, con la promessa che, finita la guerra, lo ritroverà.
Intanto qui notano il talento di Ada come sarta e così decidono di trasferirla nel campo di concentramento a Dachau, dove, a differenza degli altri prigionieri, viene segregata nella casa del comandante del campo: la sua abilità con ago e filo le permette di lavorare per la moglie del comandante, costretta a cucire giorno e notte, abiti per le donne dell'alta società nazista.
Gli abiti prodotti da Ada nei lunghi anni di prigionia sono sempre più ricercati nonostante le ristrettezze belliche, tanto che la sua fama varca le mura di Dachau e arriva fino alle più alte gerarchie naziste. Le viene commissionato un abito che dovrà essere il più bello che abbia mai confezionato: un vestito di seta nera con una rosa rossa intorno al collo. Ma Ada non sa che quello che le sue mani stanno creando non è un abito qualsiasi: sarà l'abito da sposa di Eva Braun, l'amante di Hitler.
Da qui in poi la storia di Ada è un susseguirsi di colpi di scena che lasciano il lettore aggrappato cuore e mente alle sue parole, a quella voglia di ricominciare e di farcela.
In mezzo a tutto quell'orrore, circondata da occhi vuoti per la fame e la disperazione, ago e filo sono le armi di cui dispone, la macchina da cucire la sua alleata e con quelle, Ada combatte ogni giorno per sopravvivere.
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