Ho intitolato questo articolo "Storie di fili e di vita" non soltanto in omaggio a un libro che ho letto in questi giorni e che voglio raccontarvi, "I FILI DELLA VITA" di Clare Hunter, ma anche perché è un po' quello che faccio nella quotidianità, intreccio fili e vita e lo faccio utilizzando gli strumenti che più amo: i ferri da maglia e, qualche volta, l'uncinetto.
Ogni tanto, però, ho bisogno di cambiare, di mettere in pausa ferri e uncinetto e tornare a sperimentare qualcosa di nuovo. In questi giorni ho scelto di fare qualcosa che non facevo da tempo....da molto tempo, forse dai tempi della scuola media, da quando, cioè, ad integrare l'ora di Tecnologia c'era anche il momento dedicato alle abilità tecniche, agli antichi mestieri, arti di un tempo passato.
In quel periodo scelsi di imparare a ricamare, prima utilizzando il kit che trovavi in merceria, poi disegnando direttamente sulla stoffa e in seguito ricamando il disegno. Durante quell'ora avevo modo di mettere in pratica ed esercitare tutta la mia creatività che consisteva, appunto, nel disegnare il soggetto da ricamare e poi nello scegliere ed accostare i colori nelle varie sfumature.
Come ogni cosa che si impara da bambina mi è bastato riprendere in mano ago e filo per ricordare almeno le basi di quest'arte antichissima qual è il ricamo.
Un'arte che spesso, come tutti i lavori fatti di fili che si intrecciano e che un tempo erano compito solo delle donne, viene sottovalutato o considerato solo superficialmente perdendo di vista, invece, tutto il significato che esso racchiude e che si è modificato negli anni.
Il libro di Clare Hunter accoglie il lettore nel mondo del ricamo, svelando tutto il significato che c'è dietro l'ago e il filo, un mondo in cui il ricamo si trasforma in una storia personale; nelle storie di gioie e di dolori; nella riaffermazione della propria identità spesso negata dalle istituzioni; il ricamo che si fa voce di protesta, urlo di dolore, ricerca delle proprie origini; manifestazione di potere; protezione dei figli; ricordo lasciato nelle copertine dei bambini abbandonati come unico legame con la famiglia di origine, con le proprie radici.
Leggere questo libro vuol dire viaggiare attraverso non solo la storia, ma anche attraverso le storie degli individui, dentro le loro emozioni, i loro sentimenti...e così, quando finisci di leggerlo ti rendi conto di guardare al ricamo con occhi diversi e, allo stesso modo, ogni ricamo che in futuro avrai la fortuna di ammirare si presenterà a te con tutta la sua potenza, con tutto il suo significato perché avrai imparato ad ascoltarne la voce, a capirne il messaggio.
Infondo, se ci pensi bene, la storia stessa dell'essere umano si evolve a partire da una semplice corda.
"Tutto cominciò con la corda. La sua scoperta ha cambiato la storia dell'umanità. Una volta trovato il modo di trasformare le fibre vegetali in filo e poi torcere questi fili per farne una corda, l'uomo poté catturare, tenere al guinzaglio e addomesticare gli animali; poté legare e trasportare oggetti; realizzare reti da pesca (...) Dalla corda discesero i filati e dai filati discese il tessuto".
In concomitanza con la nascita del filare e del tessere nacquero miti e leggende, storie di fili antichi, immaginari, "storie di donne il cui potere risiedeva nell'uso del filo: Andromaca che aggiunge rose protettive al mantello che sta tessendo per il marito Ettore; Arianna che conduce Teseo al centro del labirinto e poi di nuovo alla salvezza con il suo gomitolo di filo rosso; e le tre Parche della mitologia greca, che controllavano il destino degli uomini: una che filava ilo filo della vita, la seconda che lo misurava e la terza che decideva quando tagliarlo" (da "I fili della vita" di Clare Hunter)
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